Un film e tante iniziative dal basso per il diritto allo studio. E una lettera da un liceo siciliano arriva in un liceo sulla laguna. Nasce un ponte incredibile che attraversa l’Italia
L’articolo di Repubblica.it scritto dal giornalista Salvo Intravaia, il 31 maggio 2014
“Non ci sono i soldi, ma lo facciamo lo stesso”. E’ quello che hanno pensato un gruppo di studenti del liceo linguistico Cassarà di Palermo che rimetteranno su la scuola con le loro mani e con l’aiuto di studenti italiani e stranieri che hanno aderito all’iniziativa. Martedì e mercoledì prossimo una delegazione di studenti del liceo artistico Guggenheim di Venezia e dell’Accademia di belle arti di Palermo si remeranno sul posto e programmeranno tutto: coloro da dare alle pareti, porte e infissi da decorare, lavori di idraulica e di muratura da fare. Ma soldi non ce ne sono. “Abbiamo coinvolto tutti: disoccupati, cassintegrati, associazioni e perfino la Croce rossa ci darà una mano. Il nuovo rinascimento – spiega Paolo Bianchini – comincia da Palermo”. Hanno aderito all’iniziativa artisti e cantanti. Tra questi Alessio Boni, Enrico Lo Verso e Pif. Il progetto partirà in estate e sarà seguito momento per momento dal sito di Repubblica.it.
Tutto inizia durante un’occupazione studentesca nella quale spesso si fronteggiano due modi di intendere le cose. La maggior parte degli studenti è favorevole all’occupazione fisica dei locali, che spesso non porta a nulla. Altri, pochi per la verità, nonostante condividano i motivi della protesta – l’edificio scolastico è fatiscente e mette perfino in dubbio la reale possibilità di fruire del diritto allo studio – cercano un’altra via. Norma Tumminello aveva sentito parlare del progetto Sos scuola e della storia di Yaguine e Fodè, i due bambini guineani che il 28 luglio del 1999 si nascosero nel carrello di un Airbus 300 diretto a Bruxelles per consegnare una lettera ai Signori d’Europa. I due ragazzini, di 14 e 15 anni, chiedevano semplicemente di potere studiare come tutti i loro coetanei che vivono nel mondo “civile”. “… Noi vogliamo studiare, vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi…”, era scritto in un passo della loro lettera che non riuscirono a consegnare al destinatario perché giunti a destinazione furono trovati morti assiderati. Ma dal quel gesto nacque un film – “Il sole dentro”, prodotto da Alveare Cinema e diretto da Paolo Bianchini, che è stato proiettato in tantissime scuole italiane – , il movimento “Fatti sentire” e il progetto “Sos scuola” che prende in carico il linguistico Cassarà di Palermo.
Il 7 maggio del 2013, la lettera di Yaguine e Fodè venne finalmente consegnata al Parlamento europeo assieme ad altre 1.500 lettere di studenti italiani. Tra queste, quella di Norma Tumminello del Cassarà. “Ricordo il mio primo giorno di scuola – racconta Norma nella sua lettera – Apro la porta (senza maniglia) della mia aula, e raggiungo il mio posto: la sedia ha delle parti rovinate, e le punte del legno potrebbero bucarmi i jeans, se non facessi attenzione; il banco è troppo basso per me, ci sbatto le ginocchia, allora faccio per spostarlo un po’, ma sento sotto le dita una vecchia chewing-gum che sarà lì ormai da secoli, e ritraggo la mano, disgustata. Fa freddo, perché i riscaldamenti non sono accesi: mi stringo al giubbotto, magari tra un po’ spunterà il sole. Una mia compagna, invece, si è attrezzata, e sta stendendosi un plaid sulle gambe”. Alla cerimonia di consegna delle lettere erano presenti delegazioni di docenti e studenti di diversi istituti italiani, tra cui Norma e i ragazzi del liceo artistico Guggenheim di Venezia. “Il Guggenheim è uno dei “fiori all’occhiello” dell’istruzione italiana, una scuola – si legge nel progetto – dotata di laboratori, spazi funzionali, biblioteche in cui gli studenti possono mettere in pratica ciò che studiano”. Al Cassarà non c’è invece niente. “Le proteste culminate con l’occupazione del 2013 per le carenti condizioni dell’edificio scolastico sono state liquidate con un semplice: “non ci sono soldi”. E noi non ci potevano fermare davanti a questo”.
L’sos lanciato dai ragazzi dell’istituto di Palermo è stato immediatamente raccolto dai compagni che studiano e vivono nella laguna più famosa del mondo. I quali hanno subito messo a disposizione “le loro conoscenze, competenze e gli strumenti che la scuola ha dato loro in dotazione per sistemare la scuola di Palermo e renderla un luogo più sicuro, dove gli spazi e le strutture invoglino gli studenti ad apprendere ed i docenti ad insegnare”, recita il progetto. E tra il 21 e il 31 luglio prossimi saranno a Palermo per decorare e ristrutturare con le loro mani l’edificio di proprietà della provincia di Palermo. La notizia del progetto circola e aderiscono anche i ragazzi del Bethpage high school di New York, quelli dell’Accademia di belle arti di Palermo, del liceo Saint Dominique di Nantes e del liceo internazionale europeo di Lussemburgo. “L’idea – spiega la ragazza – non è soltanto quella di utilizzare la manodopera dei ragazzi che hanno aderito al progetto, ma di trovare anche chi ci fornisce i materiali per ristrutturare la nostra scuola e le relative maestranze specializzate per eseguire i lavori di idraulica e di muratura necessari”. Il progetto sembra una scommessa. Una di quelle che potrebbe cambiare l’approccio dei ragazzi palermitani con le questioni scolastiche.