L’articolo di Redattore Sociale
ROMA – Yaguine Koita e Fodè Tounkara erano due adolescenti quando nel 1999 decisero di arrivare in Europa per realizzare il loro sogno: studiare. Il 2 agosto di diciassette anni fa si nascosero nel vano carrello di un aereo diretto a Bruxelles nell’aeroporto di Conakry, la capitale della Guinea. Li ritrovarono abbracciati, morti per congelamento. In tasca avevano una lettera indirizzata alle ‘eccellenze e ai signori d’Europa’: “Vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi”, c’era scritto in quel pezzo di carta custodito per anni dalla polizia aeroportuale.
Quando Paola Rota e Paolo Bianchini dell’associazione Alveare per il Sociale Onlus hanno letto la loro lettera non sono rimasti indifferenti: hanno deciso di realizzare il film “Il sole dentro” per far conoscere a tutti la loro storia. “Questi due ragazzini chiedevano solo di studiare come i ‘vostri figli che voi amate come la vita’, avevano scritto. Leggere questa lettera e rimanere insensibili era impossibile. Così abbiamo deciso di iniziare questa avventura”, racconta Paola Rota. Hanno chiesto un mutuo alla banca, ipotecando la loro casa per trovare i soldi necessari per girare il film, diretto da Bianchini. “Il problema più grande è stato quello della distribuzione. Medusa ha accettato di portarlo nelle sale ma è stato tenuto in programmazione solo per tre giorni. Dopo un momento di sbandamento, abbiamo pensato che dovevamo trovare altre vie per diffonderlo. Così abbiamo iniziato a portarlo nelle scuole di tutta Italia”.
Tra i messaggi ricevuti c’era anche quello di Norma, una ragazza di Palermo, che frequentava il liceo linguistico Ninni Cassarà. “Voleva abbandonare la Sicilia e andare a studiare in una altra città. Non riteneva la sua isola in grado di accompagnarla negli studi. E non aveva tutti i torti. La sua scuola era in uno stato di degrado: muri scrostati, pieni di scritte e bagni non funzionanti. Noi abbiamo deciso di trasformare questo liceo in un punto di riferimento per la comunità, con laboratori permanenti sui diritti, l’integrazione e il multiculturalismo”.Terminata la proiezione nelle aule e accese di nuovo le luci, c’era una domanda che tutti gli studenti rivolgevano a Paola e a Paolo: “Noi cosa possiamo fare?”. “La prima cosa che ci è venuta in mente è stata quella di invitarli a scrivere una lettera come avevano fatto Yaguine e Fodè e mandarla alle loro ‘eccellenze’, a chi poteva fare qualcosa per cambiare una qualunque condizione di disagio e di sofferenza. Abbiamo raccolto migliaia di lettere e il 7 maggio 2013 una rappresentanza di 14 studenti le ha portate al Parlamento Europeo, dove è stato proiettato “Il sole dentro”. Il più piccolo dei bambini ha consegnato la lettera di Yaguine e Fodè ai signori d’Europa. Abbiamo realizzato il loro sogno”.
È nato così “S.O.S Scuola”, il progetto che riqualifica le scuole e combatte l’abbandono scolastico. “S.O.S non è un grido di aiuto ma l’acronimo di “Scambiamoci Orizzonti per Sognare”, spiega Paola Rota. “Adesso il liceo Cassarà è un piccolo museo di arte moderna: abbiamo coinvolto 150 ragazzi che nell’estate 2014 hanno dato un nuovo volto alla loro scuola con l’aiuto di artisti, pittori, scultori”. È stato anche riaperto il bar dell’istituto, chiuso nel 2008 a causa di pressioni mafiose, e realizzata una web serie trasmessa dalla Rai.
Ma “S.O.S Scuola” non si è fermato al liceo di Palermo, è arrivato anche all’Istituto Comprensivo Statale di Arsoli, nel quartiere Torrevecchia di Roma e a L’Aquila, dove a distanza di sette anni dal terremoto i bambini studiano ancora nei container. “L’energia dei ragazzi che abbiamo incontrato ci ha permesso di andare avanti. Quest’anno abbiamo ottenuto il supporto della Fondazione di Poste Italiane, Poste Insieme. Grazie al loro finanziamento avvieremo altri progetti a Napoli e a Treviso”. Il successo di questa iniziativa, seconda Rota, sta nella condivisone: “Coinvolgiamo la comunità e cerchiamo di trasmettere loro la consapevolezza che la realtà di tutti i giorni si può modificare. La bellezza genera altra bellezza”.