L’Associazione ‘Il Bar del Cassarà’ continua a lavorare in vista del 17 Aprile, giorno di apertura al pubblico dei locali del Liceo Linguistico Ninni Cassarà di Palermo ristrutturati da S.O.S. Scuola.
IL RACCONTO DI NORMA TUMMINELLO/ “Vecchi registri, nomi di ex studenti, tirature di giornalini scolastici, fotografie, dichiarazioni d’amore, floppy, cassette: questi sono alcuni dei ricordi che abbiamo liberato dalla polvere di dieci anni di incuria, al Bar del Cassarà. Il presidente della nostra associazione, Luca Bonanno, instancabile nel suo dedicarsi anima e corpo alla rimessa in sesto dei locali, è già all’opera da qualche mese: in questi ultimi giorni, però, ha potuto contare su una squadra un po’ bislacca: un musicista, un idraulico, una studentessa universitaria sempre di fretta, una scrittrice e…una motoape. Il Bar comincia farsi bello in vista della proiezione della serie web fissata per giorno 17 aprile 2015: così, a forza di olio di gomito e tante risate, riportiamo alla luce dei locali ariosi e pronti a rimettersi in gioco, ad ospitare i bambini del quartiere Montepellegrino e gli alunni del Liceo Cassarà, a diventare casa per tutti coloro che hanno ancora il coraggio di sognare”.
IL RACCONTO DI GEA DI BELLA/ “Sono andata incontro al Bar e al Guerriero-Quercia Luca solo oggi e ieri. Abbiamo smontato in due giorni l’ex archivio e futura sala multimediale e sistemato i due bagni, moltissimo rimane ancora da fare. Mentre aiutavo a sgomberare l’archivio dai documenti abbandonati alla polvere pensavo che quella era la memoria che non conoscevo della mia scuola e un po’ mi rattristiva realizzare che fosse messa così male e che in futuro verrà buttata via, è una cosa che non ho potuto fare a meno di pensare; è pure vero che quello che stiamo facendo è per dare nuova vita a qualcos’altro e insomma, tutto si crea e tutto si distrugge: fa parte della trasformazione (mi perdoni Lavoisier). Adesso sono ancora dolorante, tutto sommato non ho fatto davvero molti sforzi, ma sono una pigrona e quindi non sono abituata a tanta memoria da sollevare, ma non posso fare a meno di sentire un formicolìo di soddisfazione nel sapere che tutto questo significa crescita di un grande progetto verde speranza (e quercia) per il quale è necessario mettere le mani nella polvere e che anche questo è un modo per renderlo mio”.