di Mila Spicola*
“Sos Scuola”? Io avrei cambiato già il nome in Sos Gioia. Perché quando Paolo Bianchini e Paola Rota (regista e produttrice dell’Alveare Cinema che hanno ideato il progetto prendendo spunto dall’idea della studentessa palermitana Norma Tumminello) mi hanno raccontato l’idea, e poi ne abbiamo riparlato al Liceo Cassarà con la preside Daniela, gli studenti e i docenti, mi sono illuminata di speranza.
Ci sono mille motivi per sostenere il progetto e a chiunque l’ho raccontato è venuta la stessa luce negli occhi. Una speranza contagiosa: di partecipazione, di attivismo, di volontariato, di educazione, di bellezza, di cultura, di amicizia e potrei continuare. Trasformare l’edificio del liceo Cassarà, massiccio e imponente ma triste e trascurato, in opera d’arte ad opera (e non è un gioco di parole) di ragazzi e ragazze palermitani, veneziani, italiani, di altri Paesi, è un progetto concreto e simbolico nello stesso tempo di altissimo valore per la scuola in generale e per Palermo in particolare. Un’idea della Sicilia che vorremmo e che è già qua, un’idea della scuola che vorremmo e che è già qua.
Ci siamo messi a disposizione tutti, la rete è cresciuta e ha messo in contatto realtà associazionistiche, di volontariato e artistiche non solo operanti dentro e fuori Palermo. Come la ‘Farm’ di Favara, realtà importantissima di arte contemporanea che opera in un luogo della Sicilia impensato e insolito. E poi è arrivato il sostegno di Libera, della Lega delle Cooperative, dell’Ipercoop, dei Vigili del Fuoco, della società che lavora a Villa Igiea. Hanno creduto nel progetto anche l’assessorato alla Scuola e quello al Turismo, insieme al Miur (come testimonia la presenza di oggi di Roberto Reggi, sottosegretario all’Istruzione) superando steccati e rituali in nome della cooperazione, della condivisione, dell’attivismo. E in nome di una cosa semplice e potente: l’amicizia, quella che nasce per la prima volta nelle nostre vite tra i banchi di una scuola.
E’ il caso di dirlo: “Andrei a piedi certamente a Venezia, per un amico in più”. Sono venuti loro da noi, tanti giovani amici veneziani, ma non solo. E in nome di un altro mistero semplice e altrettanto potente: la bellezza. Le scuole non possono essere brutte, e sta anche a noi renderle belle, se ci crediamo, senza esitare, senza attendere, è una lezione che dobbiamo scolpirci nella testa. Le scuole sono e devono essere il futuro più bello che abbiamo. Ad opera di tutti.
*Insegnante, scrittrice e sostenitrice di S.O.S. Scuola